ICC: che cos’è il nuovo indicatore previsto da Banca d’Italia

Dall’8 gennaio 2021 il vecchio indicatore sintetico di costo annuo è stato sostituito dall’ICC ossia dall’indicatore complessivo dei costi. Ma di cosa si tratta? Quali sono le principali differenze con l’ISC?

Dopo che la Banca d’Italia ha recepito la direttiva Pad emanata dall’Unione Europea è stato messo in cantina il vecchio ISC per lasciare spazio all’indicatore sintetico di costo annuo, ICC. Si tratta di un valore che permette di valutare il prezzo di un conto corrente.

Che cos’è l’ICC?

Per continuare nell’opera di massima trasparenza, tutte le banche presenti sul territorio nazionale e dell’Unione Europea si sono uniformate mettendo a disposizione dei propri clienti una serie di indicatori che permettono di valutare i prodotti offerti. Nel caso specifico, l’indicatore complessivo dei costi conosciuto in gergo con l’acronimo ICC offre l’opportunità ai clienti di scoprire il costo dei conto correnti. Volendo effettuare un calcolo, l’indicatore è uguale alla somma aritmetica di tutti i costi variabili e fissi che riguardano un conto corrente nell’arco di un anno solare. In questo conteggio vengono presi in considerazione le varie commissioni, il canone, al netto degli oneri fiscali.

Restando in tema di costi, la Banca d’Italia ha voluto distinguere sotto questo punto di vista i conti correnti tra quelli con un sistema di tariffazione forfettario e quelli con sistema di tariffazione a consumo. Nel primo caso ci sono conti correnti che vengono previsti per diverse tipologie di clienti come ad esempio le famiglie che hanno bassa o media e alta operatività, i pensionati e i giovani. Invece i conti correnti con tariffazione a consumo vengono indirizzati a un unico profilo per soddisfare delle esigenze specifiche. Infine poi ci sono anche i conti correnti in convenzione che sono dedicati a clienti piuttosto particolari come ad esempio gli enti pubblici, i liberi professionisti e tanto altro. In questo caso la banca offre una serie di condizioni particolari che vengono considerate in base alle specifiche esigenze.

Come si calcola l’ICC?

Abbiamo visto che per effettuare il calcolo è sufficiente effettuare una somma di tutte le spese le commissioni che vengono effettuate per un conto corrente nel corso di 365 giorni. Il calcolo tuttavia non è così semplice perché occorre considerare tutte le operazioni previste nel profilo del conto corrente. L’operatività può essere corrente quando il cliente effettua un prelievo oppure un versamento . Inoltre si parla di servizi di pagamento per le commissioni che ogni banca fissa per effettuare un bonifico per rilasciare un carnet di assegni o per il canone per le carte di credito. Inoltre ci sono i servizi di finanziamento con prodotti creditizi specifici come il mutuo o il prestito personale e quindi i servizi di investimento per un eventuale deposito e quant’altro. In estrema sintesi, per effettuare un calcolo dell’indicatore complessivo dei costi, occorre valutare ogni singolo profilo previsto da Banca d’Italia e inserire tutte le operazioni che possono essere effettuate. Vanno sommate anche le commissioni per ogni singola operazione per il patrimonio investito differenziando anche se l’operazione viene effettuata allo sportello oppure on-line. Infine a tutto questo si sommano anche i costi fissi come ad esempio il canone previsto per ogni mese di utilizzo del conto corrente.

A cosa serve l’ICC

L’ICC è uno strumento molto utile soprattutto per i risparmiatori che vogliono accedere ad

un conto corrente. Infatti basandosi su questo indicatore, possono effettuare un confronto oggettivo tra vari conti correnti per scoprire quello meno costoso. Tra l’altro anche per quanti già dispongono di un conto corrente, è possibile effettuare una valutazione annuale per scoprire se effettivamente la tipologia di prodotto di cui si dispone sia soddisfacente per le proprie esigenze oppure bisogna passare a un altro tipo di conto corrente.

Differenze con l’ISC

Le differenze tra queste due tipologie di indicatori relativi a conti correnti sono davvero minime. Tuttavia è bene sottolineare come l’ICC sia più fedele e preciso perché precedentemente con l’ISC non venivano considerati nel calcolo dei costi quelli relativi alle gestioni delle carte di debito e di credito. Insomma si tratta di una fotografia più realistica e puntuale del conto corrente di cui si dispone o che si vuole sottoscrivere.

Sommario

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *